La didattica a distanza inclusiva è possibile? L’intervista alla prof. Maria Teresa Lingua dell’IIS Vallauri

In questa breve intervista la prof.ssa Lingua Maria Teresa – coordinatrice del Dipartimento
di Sostegno dell’I.I.S. Vallauri  di Fossano (Cuneo) – ci parla dell’esperienza della
Didattica a Distanza applicata ai ragazzi diversamente abili durante il periodo di lockdown
causa emergenza COVID. Il Vallauri è un istituto superiore e l’età media degli studenti va
dai 15 ai 19 anni.

1) Come è stata affrontata la chiusura prolungata delle scuole per effetto del lockdown
da parte dei ragazzi DA e degli insegnanti di sostegno?
Nonostante le difficoltà legate alla situazione emergenziale scoppiata così all’improvviso, gli
insegnanti del Dipartimento di sostegno hanno organizzato e portato avanti le attività didattiche a
distanza tenendo conto del tipo di disabilità dell’alunno e del tipo di programmazione svolta, con lo
scopo di adottare modalità didattiche diverse e adatte ai singoli casi. Dopo un primo momento di
smarrimento, attraverso un serrato e faticoso coordinamento tra i colleghi di sostegno e i
coordinatori dei Consigli di Classe, è stato possibile uniformare le modalità di svolgimento delle
lezioni in DAD con l’utilizzo della piattaforma on line Google Meet nel caso il DA presentasse
difficoltà non gravi o comunque una programmazione con obiettivi minimi, mentre con gli studenti
più gravi si è fatto uso di videochiamate su Whatsapp grazie anche all’aiuto dei genitori e degli
assistenti.

2) Come ci si è mossi nella didattica dei DA più gravi durante il periodo di DAD?
Purtroppo per gli studenti DA più gravi si sono potute effettuare solo video lezioni, inviando loro i
link ai video e fornendo schede didattiche su cui lavorare. Fondamentale è stato il rapporto con le
loro famiglie viste le difficoltà per questi ragazzi di connettersi attraverso un qualsiasi dispositivo.
Nel caso di alunni senza un personal computer o in mancanza di connessione alla rete, si è
comunque provveduto a far pervenire il materiale di lavoro alle famiglie lasciandone copia in
Istituto. Di sicuro per gli studenti DA l’aspetto sociale è stato molto compromesso per la mancata
relazione con i compagni; per ovviare al problema, quando possibile, si cercava di far partecipare
comunque l’alunno alle lezioni al mattino mentre al pomeriggio si lavorava individualmente.

3) Quali sono le principali criticità della DAD riferendosi agli studenti DA?
La mancanza di relazione interpersonale ha sicuramente compromesso il processo di integrazione
all’interno del gruppo classe, amplificando ulteriormente le difficoltà già esistenti in un contesto
“normale”, soprattutto per i DA più gravi. Un capitolo a parte riguarda invece le difficoltà legate
all’accesso agli strumenti informatici, non sempre adatti a studenti con difficoltà nel loro utilizzo.

4) Ci può essere inclusività con la DAD?
Dipende da come si gestisce la DAD con gli studenti DA e dal loro tipo di gravità. Per gli alunni che
hanno potuto partecipare attivamente alle lezioni on line, le criticità sono state più contenute
anche se è mancato comunque l’aspetto relazionale. Sicuramente l’inclusività è stata compromessa
per gli studenti DA più gravi, non solo per quanto riguarda l’aspetto didattico e relazionale ma
anche per problemi legati a difficoltà di connessione che hanno limitato il rapporto degli studenti al
solo insegnante di sostegno.

(A cura derl prof. Alberto Barbero  – Associazione Dschola)

Photo by Thomas Park on Unsplash

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